lunedì 16 marzo 2015

Ci si spoglia, si leva l'àncora

Forse nasce tutto dalla mia paura del buio, disse al tizio che, se n'era accorto, lo guardava di sghimbescio dallo specchio mentre si preparava a fare il quotidiano nodo alla cravatta. Con la coda dell'occhio osservava quella pioggia di fine inverno, quasi un post scriptum, dalla finestra gli ombrelli si lasciavano ammirare come da un acquario, fluttuanti come meduse che si gonfino e sgonfino al ritmo del cammino di chi li teneva in mano.
Incrociare, scivolare, riportare la gamba sulla gambetta, che nomi ridicoli si danno agli indumenti, pensava mentre le mani si muovevano meccanicamente, e poi ancora infilare nell'anello, tirare, aggiustare fino all'ultimo bottone del collo.
La sera, finalmente, la sera l'avrebbe tolta.

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