martedì 31 marzo 2015

E poi...

Non ricordava dove avesse messo l'ombrello, ma quella mattina pioveva davvero a dirotto
rimbombò, rimbalzò
e non sarebbe riuscita a fare neanche la breve strada che la separava dalla fermata dell'autobus senza ritrovarsi zuppa
rotolò cupo
dalla testa ai piedi.
L'ombrello, l'ombrello, maledizione,
e tacque
e poi rimareggiò rinfranto
era anche in ritardo, tanto valeva infilare un cambio nella borsa e consolarsi pensando alla felicità degli smemorati, dimentichi del mondo, di loro stessi, 
e poi vanì
del mondo, di loro stessi, dei loro errori.


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