rimbombò, rimbalzò
e non sarebbe riuscita a fare neanche la breve strada che la separava dalla fermata dell'autobus senza ritrovarsi zuppa
rotolò cupo
dalla testa ai piedi.
L'ombrello, l'ombrello, maledizione,
e tacque
e poi rimareggiò rinfranto
era anche in ritardo, tanto valeva infilare un cambio nella borsa e consolarsi pensando alla felicità degli smemorati, dimentichi del mondo, di loro stessi,
e poi vanì
del mondo, di loro stessi, dei loro errori.
Nessun commento:
Posta un commento