lunedì 27 ottobre 2014

If the waters can redeem me

Post in super depressive mood, di quelli che cerco di sputar fuori solo perché dare un nome alle cose mi aiuta a riconoscerle, a circoscriverle e possibilmente a demolirle. Se poi oltre a un nome riuscissi a dare loro anche un verbo, un articolo e un aggettivo, tanto meglio, prenderei la mira più facilmente.
Se solo mi urlassero addosso, le cose di me che vorrei demolire, come un sergente maggiore Hartman che me le faccia odiare, allora quanto facile sarebbe raderle tutte al suolo; e invece si muovono feline e silenziose ben mimetizzate dietro i cespugli, e a me sembra di camminare dentro un bozzolo, un alone fluorescente, mi sembra di camminare dentro un bozzolo di errore.

Oggi ho visto il mare, quello calmo che fa le onde piccole piccole, quello abbandonato e serico di fine ottobre, silenzioso e malinconico a metà autunno, che nulla ha da promettere, ormai, essendo la sua stagione al termine.

Mi chiedi se credo o meno, e ti improvviso la mia risposta migliore, riconoscendo che non sono atea, che vorrei essere qualcosa, ma che credo di non essere nulla.
And so, what?
Nulla.

mercoledì 22 ottobre 2014

Kit di sopravvivenza

Non mi sto riferendo alla sopravvivenza su un'isola deserta, quante probabilità ci sono di finire su un'isola deserta?, non saprei nemmeno immaginare se possano essere di più le probabilità o le isole deserte ancora a disposizione.
Mi riferisco invece alla sopravvivenza del misantropo che mi abita, che spesso è lì che urla non sopporto non sopporto non sopporto ti prego scappa, che vorrebbe rispondere ai vari Allora, com'è andata? vomitando i suoi perfidi come diavolo vuoi che sia andata?, e che forse aspetta solo il momento opportuno, quando io mi distraggo.
Ad ogni modo, il kit prevede un'ipofisi bella gonfia di endorfine, e una preghiera di ringraziamento alla chimica.

mercoledì 15 ottobre 2014

Neanche un ricordo

Ieri sera è passato George a trovarmi e, per farmi una sorpresa, si è presentato con uno splendido mazzo di tulipani. Con la disinvoltura che lo accompagna quasi costantemente, girava senza titubanze tra il soggiorno e la cucina di casa mia cercando e trovando il vaso adatto, riempiendolo d'acqua e sistemandovi in bell'ordine i fiori. In tutto questo, mentre si muoveva senza esitazione alcuna, quasi che fossero gli oggetti a chiamarlo, più che lui a cercare loro, si è messo a raccontarmi un piccolo episodio accadutogli quel giorno stesso, durante la sua pausa...
"...pranzo, mi era venuta voglia di un pezzo di pizza da mangiare in piedi, sai come all'università? Ecco, così, quindi sono andato nella pizzeria, sai quella vicina alla biblioteca?, e insomma ero lì che aspettavo che mi scaldassero il mio trancio quando mi ritrovo ad ascoltare un tizio che, in attesa come me, stava parlando al telefono con qualcuno. O meglio, qualcuna. Le stava imbastendo, e ti riporto testualmente quel che mi ricordo, un discorso che suonava come Sai, mi piacerebbe che la tua vita, intendo il tuo quotidiano, mi piacerebbe che non fosse così piena, così stipata e organizzata, in modo da poter sperare che ti rimarrebbe qualche momento vuoto per accorgerti, per sentirla, la mia mancanza. Perché, sai, temo che non te ne renderai nemmeno conto. E allora? Voglio dire, e se anche questa lei non dovesse sentirla, la mancanza di lui? Dimmi, credi che stesse davvero augurandole un briciolo di sofferenza causata da lui? Credi possibile che ci fosse una parte di lui così meschina?"
Per un attimo ho pensato di provare a contraddirlo spiegandogli che secondo me non si trattava di altro che di una sfumatura del bisogno comune di non venire dimenticati.
Ma conoscendolo mi avrebbe tirato fuori Foscolo e tutto il resto, quindi me ne sono stata ad ascoltarlo, guardando i miei tulipani freschi.

martedì 7 ottobre 2014

Il topos di campagna e il topos di città

Svegliarsi come una sorta di tenente colonnello Kilgore, e dire che buono senti com'è buono il napalm lo senti non c'è niente al mondo che abbia quest'odore lo senti lo senti lo senti com'è buono quell'odore come di benzina lo senti?, ma non sarebbe napalm, sarebbe un immenso canader che si alzasse e annegasse città e universi interi nell'umiltà, e non so se abbia quell'odore come di benzina, non lo so che odore abbia, l'umiltà, o qualsiasi cosa sia quella che ci renda consapevoli del nostro essere nulla di che.

giovedì 2 ottobre 2014

The things that freak me out

- Nel dirmi questo mi offendi e mi ferisci.
- Addirittura? C'è altro, ragazzina? Non so, magari ti deludo anche?
- Deludermi? Deludermi... No, sai, non credo proprio. Offese e ferite vanno in un unico verso, tu decidi di imporle, e tu le infliggi. Deludere è più complicato, sarebbe stato necessario che entrambi ci fossimo applicati: io mi sarei dovuta creare delle aspettative su di te, e tu avresti dovuto non mantenerle.
- Ah, bene, ottimo, quindi non sono riuscito a deluderti perché non ero nemmeno degno delle tue aspettative...
- Oh, no, al contrario, è che hai sempre saputo mantenerle.