lunedì 27 ottobre 2014

If the waters can redeem me

Post in super depressive mood, di quelli che cerco di sputar fuori solo perché dare un nome alle cose mi aiuta a riconoscerle, a circoscriverle e possibilmente a demolirle. Se poi oltre a un nome riuscissi a dare loro anche un verbo, un articolo e un aggettivo, tanto meglio, prenderei la mira più facilmente.
Se solo mi urlassero addosso, le cose di me che vorrei demolire, come un sergente maggiore Hartman che me le faccia odiare, allora quanto facile sarebbe raderle tutte al suolo; e invece si muovono feline e silenziose ben mimetizzate dietro i cespugli, e a me sembra di camminare dentro un bozzolo, un alone fluorescente, mi sembra di camminare dentro un bozzolo di errore.

Oggi ho visto il mare, quello calmo che fa le onde piccole piccole, quello abbandonato e serico di fine ottobre, silenzioso e malinconico a metà autunno, che nulla ha da promettere, ormai, essendo la sua stagione al termine.

Mi chiedi se credo o meno, e ti improvviso la mia risposta migliore, riconoscendo che non sono atea, che vorrei essere qualcosa, ma che credo di non essere nulla.
And so, what?
Nulla.

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