Attualmente siamo
che covy e io festeggiamo i 35 giorni assieme (forse, nel frattempo potrei essermi
negativizzata, ultimo tampone effettuato in data 18/12. Tutto il resto è un felino
chiuso in una scatola con una fiala di cianuro e altra paccottiglia per fisici
gattofobi). Siamo quindi che, da disposizioni, mi muovo serenamente, con le usuali
precauzioni e distanze; ciononostante per tornare al lavoro preferisco avere un
tampone negativo. Diciamo che in generale preferirei avere un tampone
negativo, ma per ora il generale lo gestisco lo stesso, sarà che è
dietro la collina.
E insomma, dato
che le code al punto tamponi si sono fatte di volta in volta più impegnative,
dato che il punto tamponi prevede due corsie (i.e., Non Prenotati, come ho
sempre fatto finora, e Prenotati), e dato che il solerte milite che presidia l’ingresso
e ritira le impegnative mi ha detto che la prenotazione è a carico del Medico
di Medicina Generale (aka l’Esimio), mi sono riproposta di chiedergli un’impegnativa
con prenotazione. Al milite? No, purtroppo all’Esimio.
Mi si potrebbe
domandare in tono magari anche polemico: Ma ti fidi del solerte milite? La
ringrazio della domanda, che mi indurrebbe ad aprire un contest dal titolo Trova
qualcuno che ti risponda a una domanda sull’argomento in esame. Dove qualcuno
può essere persona fisica, numero di telefono, oracolo, intelligenza
artificiale, gatto.
Comunque, i dati
in nostro possesso finora sono che al centro tamponi si recano, con impegnativa,
sia persone prenotate sia persone non prenotate. Le prime sanno qualcosa che
noi non sappiamo. Perché non chiedere a una di loro? Eh, non ci sono mai
riuscita. Sfuggono come saponette, rapide in virtù della prenotazione.
Insomma, chiamo il
ben noto numero della segreteria dell’Esimio. Dopo i soliti 2 di picche perché
la linea è troppo occupata, riprovi più tardi, trovo una breccia ed entro nel
girone di Coloro Che Sono In Attesa. E quindi attendo, attendo fino a che una
segretaria (stavolta inspiegabilmente gentile e disponibile) risponde.
Io: Buongiorno,
sono etc etc, volevo richiedere un’impegnativa per un tampone che attesti l’avvenuta
negativizzazione, volevo capire se è possibile prenotare giorno e orario in cui
farlo.
Segretaria: Mmmm… No, noi
possiamo fare l’impegnativa, ma non la prenotazione.
I: Lo supponevo.
L’informazione mi è stata data al centro tamponi. Lei ha idea di come si
prenoti?
S: Lasciamo stare
quelli del centro tamponi. Sa come ho scoperto che fino al 31 lavorano secondo gli orari consueti? (No, ammetto che non lo sapevo, ma la mia risposta non era contemplata).
L’ho scoperto perché me lo sono cercata io e l’ho detto ai miei colleghi, non
certo perché loro ci abbiano avvisati!
I: Capisco, sul
discorso delle informazioni da mettere insieme mi creda che sono un pochino in
difficoltà pure io. E infatti sono qui che mi chiedo come sia possibile
effettuare una prenotazione, dato che il centro tamponi non ha un numero di
telefono, loro mi rimandano a lei, che…
S: Aspetti un
attimo che chiedo conferma.
(…)
S: No, le
confermo che la prenotazione funziona così. Il medico segnala all’USCA la
presenza di una persona sintomatica e tramite l’USCA si prenota.
I: Ah, bene, io
però non ho sintomi.
S: AH! Ma è
venuta a contatto con qualcuno?
I: No, no, io ho
già fatto tutto l’iter, sono al 35esimo giorno, vorrei semplicemente avere una
prova di negativizzazione per tornare al lavoro.
S: Ah no! Questo
no! Siccome lei è uscita dal periodo di copertura, per noi lei adesso è a
posto. Se ne vuole fare un altro lo deve pagare lei o glielo deve pagare il
datore di lavoro.
I: Ottimo. Però
le chiedo una cosa: chi mi dice che sono a posto? In teoria non dovrei avere
sintomi. Nessuno mi ha mai detto se ne ho ancora. Io gli odori non li sento, e
a quanto so dovrebbe essere il…
S: Non sente gli
odori? Ma allora ha sintomi!
I: …però anosmia,
ageusia e astenia non mi risulta siano da considerarsi sintomi.
S: Ne è sicura?
I: (Ma santo
cielo, ma perché le cose vanno a rovescio?) …sì... Però gli operatori del centro
tamponi mi spiegavano che in caso di positività prolungata è il medico di
medicina generale che, forte della conoscenza del decorso del proprio paziente,
riconosce quando i sintomi sono da considerarsi esauriti (ovviamente nel
dire questa frase stavo provando molte e molto forti emozioni).
S: Quindi lei
vorrebbe un documento del medico che attesti… Ma servirebbe anche la scansione
di tutti i suoi tamponi?
I: Scusi? (Lo
ammetto, riescono ancora a prendermi in contropiede. Ho tanto da imparare…)
S: Niente,
facciamo così, la faccio richiamare dal medico appena finisce le visite.
E quindi sono
ritornata giù nel girone di Coloro Che Sono In Attesa. Confesso che mi sarei
aspettata una esauriente missiva, il cui oggetto avrebbe potuto essere un
sibillino NO.
Invece il
telefono squillò. Era l’Esimio? Giammai! Era la segretaria di prima, a dirmi
che il documento vagheggiato, ciccia.
S: A questo punto
è un braccio di ferro tra il medico e il datore di lavoro, capisce.
Mah, io capisco
che l’espressione braccio di ferro, quando si parla del mio medico, mi
sembra un tantino esagerata.
Capisco anche io
che non si possano chiedere al SSN decine di tamponi, soprattutto se è il SSN
stesso a dirmi: “Mia cara, ti sei fatta x giorni? Sei senza sintomi da y giorni?
E allora va’ e se proprio non puoi farne a meno, fatti un tampone-party per
conto tuo”.
La costante che
mi lascia perplessa è l’inconsistenza dell’Esimio, con il quale non ho mai
interagito direttamente in 35 giorni. Pertanto comincio a dubitare che sia una persona
fisica, preferendo supporre che sia, alternativamente, un generatore casuale di
mail, un oracolo guasto, un prototipo di intelligenza artificiale mal riuscito.
Un gatto.