mercoledì 26 novembre 2014

E allora?

Mi fanno sorridere le persone che, quando il tempo fa schifo, se la prendono con, per l'appunto, il tempo, come se fosse colpa sua. Sua di chi, poi? Del tempo... Un po' come la montagna maledetta che si porta via una manciata di scalatori, o gli sciagurati flutti che si ingoiano un paio di surfisti, o... Vogliamo farci tutti animisti?, potrebbe essere un simpatico diversivo. Perché altrimenti, in linea generale, quando il tempo fa schifo o una montagna è impervia o il mare è agitato, beh, in linea generale non è colpa di nessuno. È come se nelle situazioni macro ci servisse il responsabile, quando poi nel micro è una gara a nascondere la testa sotto la sabbia, a le cose sono andate così perché dovevano andare così, non serve cercare un motivo. Personalmente credo di essere abbastanza in gamba, a volte mi alleno anche contro me stessa, e ormai penso che il proverbiale struzzo avrebbe solo da imparare.
Ma come mi disse un giorno un mio amico, non è il massimo poi guardarsi indietro e pensare E allora?della propria vita.

Sul palco del concerto che sono andata a sentire sabato scorso era stato montato uno schermo su cui si susseguivano immagini e video che facessero da accompagnamento alle canzoni in scaletta. Verso la fine è stata proiettata la superficie del Sole, un brulichio di radiazioni elettromagnetiche, neutrini e abbondanti scoppiettii adatti a una palla di plasma degna di questo nome. E ho pensato che, di fronte a tutta quell'infinità di energia, è inevitabile guardarsi indietro e pensare E allora?

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