venerdì 25 ottobre 2013

Una serata che non esiste

Se Manzoni leggesse quanto sto per scrivere mi solleverebbe senz'altro un'obiezione: mia cara, tutto ciò non è verosimile. E io a mia volta sarei costretta a rispondergli che mio caro, lo so bene, il punto è che è tutto vero. Come la mettiamo? Non so come la metteremmo, fatto sta che giovedì sera, in compagnia de LaPeggiore, ho trascorso una serata che probabilmente non è mai esistita. Tutto ha avuto inizio con

LaPeggiore: Ci andiamo a bere un bicchiere di vino quando finisci in ufficio?
Io: Mai come stasera! Però prima devo passare in farmacia a prendermi il collirio
L: Oh... Ma sei proprio senza senza?
I: Beh... Al massimo io vado e ci troviamo dopo.
L: Ma no, figurati, c'è giusto una farmacia qui di fronte all'ospedale, stiamo un minuto.

Farmacia di fronte all'ospedale... A me non risultava che ci fosse, ma in presenza di tanta sicurezza mi sono affidata e lasciata guidare fino al presunto luogo dove, destino avverso!, la farmacia non c'era. Secondo tre presunti nativi che passavano di lì e ai quali abbiamo chiesto notizie, la farmacia occulta non ci sarebbe mai stata. Mah. LaPeggiore ricordava benissimo di esserci anche andata, in questa farmacia che era anche un tabaccaio. E io le credo. Ma le circostanze queste erano, pertanto non ci rimaneva che incamminarci verso una farmacia vera, reale, aperta e funzionante. Trovatala, siamo entrate e, stupore, quella non era una farmacia, ma una pasticceria in piena regola: destino benevolo!, eravamo capitate proprio nel giorno un cui un'associazione per la prevenzione di malattie varie, a scopo di autopromozione, distribuiva infusi caldi e pasticcini e rose alle gentili clienti quali noi eravamo. Solo che ormai sono le sette e mezza, stiamo chiudendo, sono avanzati un sacco di pasticcini, prendetene un po' da portarvi via, vi faccio un pacchetto! Ma voi vivete assieme o... Ah no? Allora vi faccio due pacchetti separati, ci mancherebbe, sennò chi li mangia tutti questi, non fate complimenti, questo con la cioccolata l'avete preso? Insomma, ci siamo ritrovate a uscire con una rosa a testa in mano e due relativamente voluminosi pacchetti di pasticcini vari. Le stelle stavano diventando propizie. La serata stava risollevandosi. Avevamo perso una farmacia/tabaccaio ma avevamo guadagnato una farmacia/pasticceria. Restava però un annoso problema ancora aperto, e nel camminare verso casa LaPeggiore non si è fatta remore a sollevarlo:

L: Senti, dobbiamo ancora berci il bicchiere di vino. 'Sto posto qua (il primo bar che incrociamo) è abbastanza brutto?

Entriamo. I peggiori bar di Caracas? Tsk, non scherziamo. Quattro uomini, che non esiterei a definire individui dall'aspetto nebulosamente losco, costituivano la svariata umanità che popolava il localino. Il primo, il barista, ci guarda con un misto di stupore, circospezione e una irresistibile tentazione di dirci no grazie, non ci serve nulla. Singolare, dato che stavamo entrando entrambe con una rosa in mano. Il secondo, un omone dalla pancia poderosa, era insaccato in un maglioncino di un lilla indescrivibile, non era il lilla dei capelli di certe vecchiette permanentate, era molto più carico, e contribuiva a fare di lui una macchia di colore impossibile da non notare. L'omone, seduto su un non invidiabile sgabello, non aveva nemmeno alzato la testa; i gomiti appoggiati al tavolino, continuava pervicace la propria attività, che consisteva nel girare le pagine di un giornale, senza leggerle, solo le girava, con regolarità degna di un metronomo. Doveva trattarsi di un giornale infinito, perché lui girava, girava, girava, con calma ma con serena ostinazione, o forse, come un moderno Sisifo, non appena lo finiva, il giornale ricominciava, e con esso ricominciava anche tutto quel girare, girare, girare... Gli ultimi due personaggi, entrambi intenti a investire di sé la miglior parte alle slot machine, completavano il quadretto: magri magri, con i giubbetti troppo corti e (uno solo, a onor di cronaca) i mocassini sfondati.
Sentendoci immediatamente a nostro agio e perfettamente integrate, ci sediamo, ordiniamo due bicchieri di rosso e cominciamo a osservare l'arredamento: due pareti erano tappezzate di orologi, di ogni forma, dimensione, materiale e, ahimè, ora. Ciascuno di quegli aggeggi segnava un orario diverso, probabilmente ce n'era anche uno giusto, ma rintracciarlo in mezzo a tutti avrebbe significato cadere in un'altra dimensione. In realtà si poteva anche facilmente immaginare che nessuno di quegli orologi fosse lì per svolgere il ruolo dell'orologio, ma che il vero segnatempo del locale fosse l'omone-metronomo che intanto aveva continuato a girare, girare, girare...
Passato un po' di tempo (ma quanto? Diciamo un tempo di dieci pagine), assieme ai due bicchieri di vino il barista ci porta un tortino di carne caratterizzato da un peso specifico a dir poco importante. Ora. Prima i pasticcini, gratis. Adesso questo (tra vino e piatto la spesa complessiva sarebbe ammontata a ben due euro, n.d.a.). Le ipotesi erano due: o la gente ci scambiava per due fanciulle denutrite, o ci prendeva per due squattrinate senza speranza. Oppure questa serata non esisteva (terza ipotesi, forse non esistente). Ci era anche balenata l'idea, dato che gli astri si stavano dimostrando benevoli, di provare a vendere le rose al barista, ma non volevamo spingere troppo sull'acceleratore della buona sorte.
Il maxischermo appeso alla parete trasmetteva le vivaci e frivole notiziole tipiche del tg3, seguite da quelle del tg della regione, seguite dalle previsioni del tempo, seguite da blob... Da quanto non guardavamo blob, sia LaPeggiore che io. Che ricordi. E così ci siamo ritrovate a seguire la trasmissione mentre il barista faceva rumorosamente calare la saracinesca, forse che ci stava comunicando qualcosa? E così siamo uscite. L'omone intanto aveva smesso di girare e girare, i due tizi segaligni avevano smesso di giocare e, a dirla tutta, secondo noi quel locale surreale aveva smesso di esistere.
La serata è poi continuata, ma quello che è successo dopo è stato molto più verosimile, quindi qui la chiudo.
Però tra qualche giorno sarò ancora a corto di colliri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bwhahahahahahahahahaha