martedì 15 ottobre 2013

Il mio amico George (2)

Mercoledì sera, prima di fermarmi a bere qualcosa con Zorro e il Capitano, decisi di approfittare del mio anticipo sull'orario di appuntamento per telefonare a George. Perché George il modo per rispondere lo trova, e una risposta da darmi ce l'ha sempre. Magari sbagliata, ma ce l'ha. Subito mi chiese che cosa avessi cambiato (...ma quanto corti hai tagliato i capelli? O li hai schiariti? Ti sento diversa!), ma gli spiegai che era solo che non portavo più gli occhiali.
- Ah già, fantastico!, che sciocco a non accorgermene! E allora qual è il problema?
Ovviamente non lo sapevo di preciso, ci mancherebbe.
- Senti, buttiamola sulla cartomanzia, tanto, imprecisione più, imprecisione meno... Ti pesco una carta, aspetta che piglio il mazzo (rumore di svariati cassetti e ante che si aprono e chiudono), scusa ma sono a casa dei miei e non mi... Eccolo! Trovato, ci siamo.
Sì però, nonostante stessimo battendo il comodo sentiero dell'approssimazione, mi sembrava doveroso fargli notare che avrei voluto sceglierla io la mia carta.
- Dici? Non saprei. Le cartomanti non fanno tutto da sole? Hai ragione, io non sono abilitato. Bah, senti, non polemizzare, dimmi un numero che ti piglio la carta. Ventitré? Ok, aspetta che conto... sette... dodici... diciannoveeeee... ventitré, eccola. Un cinque di picche. Ma chiaro che non ho la più pallida idea di cosa significhi, ti pare?, ma sei stata tu a dirmi in partenza che mah, non so, non è niente di preciso, quindi qui si improvvisa. Allora, aspetta che cerco... significato... carte... ma sì, mettiamo anche picche. Guarda che qui devi scordarti la diagnosi differenziale, eh. Il primo che esce esce. Ecco qua, che ne dici di questo cartomanziagratis? Ah beh, puoi dirne quello che vuoi, io ti leggo il responso dell'oracolo: Cinque di Picche: questa carta rappresenta una perdita. Potresti perdere qualcuno che ami, un amico, del dena... Senti, ma dov'è che sei? Ah. 
Ormai dovevo salutarlo, stava arrivando il Capitano e, di lì a poco, anche Zorro. Con loro due ci raccontammo le ultime novità, io sbagliai un congiuntivo, mi guardarono entrambi con soddisfatto stupore, il Capitano sentenziò che ora ci avrei pensato due volte prima di correggergli un'apostrofo sbagliato, io mi accorsi che aveva detto un apostrofo con l'apostrofo, ma ormai ero in difetto.

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