domenica 15 luglio 2012

Sul tuo collo di pelliccia

Mi avevano raccontato che Turner, viaggiando su un treno durante un temporale particolarmente violento, aveva deciso di sporgersi dal finestrino e s'era fatto un bel pezzo di viaggio in questo modo, cercando di imprimersi bene in mente l'immagine che aveva di fronte, cercandone l'essenza, per tradurla in un'opera dove poi il senso della velocità l'ha reso con forme inafferrabili e prive di contorni.
Personalmente quel dipinto lo apprezzo ma senza strapparmici i capelli. Piuttosto mi incuriosiva la scena di un viaggiatore che si fa chilometri sporto dal finestrino, verosimilmente accompagnato da gente che si lamenta e gli chiede se è pazzo a volersi prendere una broncopolmonite, signore, sia ragionevole, stia seduto e chiuda immediatamente, non si accorge che piove dentro, non vedo come la cosa avrebbe potuto svolgersi diversamente, a meno che non le trovi tutte io le piaghe che non sopportano un po' di ossigeno che, da fuori, renda un po' meno irrespirabile l'aria a volte ammorbante che c'è dentro certi vagoni.

Ero in auto e avevo davanti un pick-up. Era una mattina soleggiata dal piacevole clima primaverile. Insomma, le condizioni al contorno erano quasi fastidiosamente ideali. Sopra al cassone posteriore del pick-up c'era un cane, non saprei dire che tipo di cane, potrei dire una via di mezzo tra un cocker e un labrador, nel senso che non era nessuno dei due ma aveva, di questi, il muso simpatico e le dimensioni del Cane, della mia idea di cane. E si sporgeva ora dal lato destro, ora dal sinistro, e il vento gli faceva svolazzare le orecchie pelose (più da cocker che da labrador), e continuava a cambiare lato, sembrava che si divertisse come poche volte nella vita, credo che se avesse potuto dire qualcosa alla persona che stava guidando, l'unica cosa sarebbe stata: Dai gas, dai gas che mi diverto!

E se fosse stato mio avrei saputo come chiamarlo.
Il cane Turner.

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