lunedì 2 luglio 2012

...so many well-bred commonplaces

In fondo questo pianetucolo da provinciali dell'orsa minore non sarebbe poi così male, se non fosse che bisogna condividerlo, e passi che tocca starci assieme alle zanzare e ai piumini dei pioppi, il problema sta altrove.
Stasera ero in treno, stavo tornandomene a casa seduta in una carrozza piacevolmente semivuota (l'avverbio non fa riferimento al semi-, giusto per fugare ogni dubbio), circondata da tre posti altrettanto piacevolmente liberi. Risucchiata nel libro iniziato di fresco, ero solo vagamente consapevole della voce di sottofondo che diceva cose qualche sedile più in là.
Stiamo per entrare nell'ultima stazione prima di quella dove scendo, il treno comincia a rallentare ma all'improvviso si ferma con una frenata degna del peggior film d'azione. Stupore. Sguardi attoniti. Rumore di pentola a pressione, cosa alquanto bizzarra, devo riconoscerlo. Controllore solerte che corre per il corridoio, cosa alquanto bizzarra, devo riconoscerlo. Voce di donna che non vedo, ma sento dire che sono stati quei due ragazzi là. All'armi!, all'armi!, porte chiuse, che nessuno entri e che nessuno esca, il controllore minaccia una multa di mille euro per chi azioni ingiustificatamente il freno di emergenza, lei li ha visti?, per un attimo penso che stia parlando con me, e per poco non gli do una risposta degna di me (Chi? Io?), ma poi sento la voce di prima ripetere che sono stati quei due ragazzi là, il controllore si dirige verso , il macchinista prende la decisione e chiamo i carabinieri! Chiamo i carabinieri!
In tutto questo io mi limito ad alzare gli occhi al cielo e a pensare che, maledizione, per una volta che non abbiamo il solito ritardo e che... Colpo di scena! Non faccio in tempo a finire le mie tacite proteste che il controllore ritorna da  stupito anzi che no, urlando al macchinista che si son buttati dal finestrino! Ormai ci siamo dentro fino al collo, al peggior film d'azione. Certo che i finestrini sono tanto stretti, i due manigoldi devono aver avuto l'agilità di un'anguilla per uscirsene così. Già, comunque me li vedevo, quei lestofanti, orribilmente sfracellati sui binari, invece devono essersela data a gambe senza il minimo problema.
Fine del peggior film d'azione.
Dubbi della sottoscritta sulla teoria dell'evoluzione.
Voce di donna, non la zelante testimone, un'altra, dalla cadenza meridionale: Ormai questi ragazzi hanno sperimentato tutto, non sanno più come divertirsi, e fanno di queste cose. Ed è in queste occasioni, non tanto nelle scene da stuntman, che il mio stupore s'impenna: quando mi accorgo che la gente che dice ovvietà esiste veramente. Passa di nuovo l'indefesso controllore, la signora tenta l'approccio, Eh, questi ragazzi! Certo che se provavo io a uscire dal finestrino restavo incastrata! Poveretta, io avrei voluto far presente al controllore che se una donna arriva a pronunciare certe cose è solo per sentirsi dire che ma signora, ma sta scherzando, con quel corpicino lì, quanti ne fa girare, per strada, eh, birichina?, ma ormai il sollecito tutore dell'ordine era passato oltre, lasciando la povera signora a ridere da sola della propria battuta, ammesso che lo fosse.
Arrivo alla mia fermata, mi alzo, e per raggiungere la porta devo passare davanti a quella che finora era stata mera voce nascosta: era esattamente l'archetipo che le si richiedeva di essere, grassoccia e attillata, seduta come stanno sedute tutte le donne che si ostinano a indossare pantaloni a vita bassa di un paio di taglie in meno del dovuto, tintinnante di bigiotteria e intenta ad attaccar bottone con un'altra povera donna seduta lì vicino. Sì, ma questi ragazzi... (stava ancora parlandone) Ormai ovunque si va bisogna stare attenti. Stiamo diventando tutti un'unica razza. Non è bello, no. Non è mica bello, perché non...non... Fine. Non nel senso che sono scesa e mi son persa il seguito, ma proprio perché ha finito così il ragionamento. E quindi ho capito che forse, per partorire quella frase geniale che è the platitude from outer space, that's brother Nigel, beh, probabilmente Osborne viaggiava in treno.

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