lunedì 9 luglio 2012

L'insieme non vuoto degli insiemi vuoti.

Non sopporto un sacco di cose, e benché riesca ad essere molto molto clemente con i cori russi e il free jazz punk inglese, non riesco tuttavia ad essere altrettanto indulgente con tutti quelli che sfornano frasi che cominciano con Le persone si dividono in due categorie: ... A meno che si chiamino Oscar Wilde. 
Per quel che mi riguarda, credo il numero di categorie in cui potrei suddividere l'umanità si aggiri, a spanne, sulla mezza dozzina di miliardi. Sì, tutti così speciali, tutti in punta di piedi per vederci meglio, quindi di nuovo tutti allo stesso livello iniziale (leggere Manzoni non è stato del tutto vano).
Eppure qualche macrocategoria dovrà pur essere ricostruibile, qualche, per quanto esiguo, tratto comune. Bene, io procederei in questo modo: ci sono
- quelli che raccontano un sacco di roba di sé e hanno un sacco di roba da dire; 
- quelli che raccontano un sacco di roba di sé benché non abbiano niente da dire ma hanno problemi col silenzio;
- quelli che raccontano un sacco di roba di sé benché non abbiano niente da dire ma non se ne rendono conto e pensano di stare dicendo cose interessanti;  
- quelli che non dicono niente di sé perché non c'è niente da dire e se ne rendono conto; 
- quelli che non dicono niente di sé perché pensano che agli altri non interessi;
- quelli che non dicono niente di sé perché è troppa fatica;
- quelli che non dicono niente di sé benché abbiano un sacco di cose potenziali; 
- quelli che non dicono niente di sé perché vorrebbero dire qualcosa, ma nei paraggi c'è un esponente di uno dei primi tre gruppi citati;
- quelli che non dicono niente di sé e punto.



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