lunedì 7 aprile 2014

Una geniale mediocrità

Quanto è vero il paradosso secondo cui meno una persona sa su un determinato argomento, più lunghe saranno le sue spiegazioni in merito. Però, pensavo, è tutto così semplice? È possibile riportare qualsiasi situazione al meno ne so, più ci metto? Direi di no, e sarei propensa a introdurre un altro paio di variabili: quanto il mio interlocutore crede che io conosca riguardo all'argomento in esame, e quanto io ci tenga a convincerlo o meno del contrario. In generale, tenderei a semplificare la questione in quattro macrocasi, a seconda che io sappia o non sappia una cosa, e a seconda che il mio interlocutore sia persuaso che io la conosca o meno. Procediamo quindi per livelli di difficoltà e di tempo speso.
Caso più facile, so una cosa, il mio interlocutore crede che non la sappia, e a me basteranno due parole chiave, due concetti in croce per fargli capire che so benissimo di cosa stiamo parlando. Tsk.
Caso un po' più difficile, so una cosa e il mio interlocutore lo sa e me la chiede. In questi casi può entrare in gioco una piccola (?) componente di narcisismo: ci tengo proprio a far sapere la mia erudizione in materia? In genere, sciocca e vanesia, sì, ci tengo. Ad ogni modo, risulterà relativamente facile e relativamente veloce convincere il mio interlocutore che conosco davvero la certa cosa di cui si stia parlando o su cui io sia stata interrogata: gliela spiego, magari inciampando in un paio di particolari, magari usando un po' di parole più del necessario, magari incartandomi in esempi che invece di chiarire, complicano, però in qualche modo ne esco, e dimostro che quella cosa la sapevo e la so. Tsk.
Caso ancora un po' più difficile, non so una cosa e il mio interlocutore sa che non la so, ma io vorrei tanto tanto tantissimo farlo convinto del contrario. E allora via a tergiversare, ad arrampicarsi su specchi che non sono specchi, ma specchi che specchiano altri specchi, a cercare di dire e non dire, a fare discorsi vaghi e poco compromettenti. Situazione che abbiamo sperimentato tutti, una quantità di volte che va dal tantissime all'innumerevole.
Caso più difficile in assoluto, non so una cosa, ma il mio interlocutore è convinto del contrario, e io pagherei per fargli capire che no, mi sta sopravvalutando, mi sta attribuendo meriti che non ho. Come fare, da dove partire? Come si può persuadere una persona che una certa qual cosa non la si sa e non la si è mai saputa? In altre parole, se per l'inutile Come va? si risponde da copione con l'inutile Bene grazie e tu?, allora sarà necessario trovare qualcosa di meno sciocco dell' Eppure è così... per ribattere al terribile Come potevi non sapere?

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