giovedì 27 settembre 2012

Una posa difficile

Una signora stava spiegando a un paio di conoscenti il proprio parere nei confronti di De Andrè, e per farlo ha tirato in ballo Battisti. Quello che stava dicendo era che "De Andrè è sempre De Andrè" - e Parigi è sempre Parigi, avrei aggiunto io - "e non solo le sue canzoni sono belle, ma aveva anche un modo di cantarle unico, tanto che è difficile trovare qualcuno che, provando a cimentarsi, non finisca col fare rimpiangere l'originale. Viceversa, Battisti... Le canzoni di Battisti può cantarle chiunque. Mina canta Battisti? Sì, e la ascolti volentieri".

Ora, che Mina sia un chiunque già mi sembra un'affermazione azzardata. Che le canzoni di Battisti possa effettivamente cantarle chiunque lo è, a mio parere, ancora di più, perché trovo che, nonostante non fosse particolarmente intonato, riuscisse a creare, cantando, un'atmosfera di completo distacco e quasi straniamento. Di disimpegno. Di passavo di qua per caso e mi son messo a cantare una canzone, ma non lo sto facendo apposta. Insomma di naturalezza, che magari poi era studiatissima e meditatissima, non saprei, ma in ogni caso chiunque provi a ottenere quello stesso effetto si ritrova nella situazione paradossale di forzarsi a fare una cosa naturale, come quando cerco di apparire noncurante e disinvolta e finisco col far cadere qualsiasi cosa abbia in mano (generalmente qualcosa che produrrà molto rumore), oppure come quando riconosco da (relativamente) lontano, poniamo da una distanza x0, qualcuno che a propria volta, mi accorgo, mi ha riconosciuta, ma siamo troppo distanti per salutarci e quindi ci si viene incontro fino a raggiungere la Distanza Adatta al Saluto, che indicherò con xDAS, ma nell'intervallo di tempo di percorrenza del tragitto per portarsi dalla distanza x0 alla distanza xDAS non si sa bene dove guardare, o meglio, io non so bene dove guardare, perché a fissare la persona a cui sto andando incontro mi pare di essere in una specie di duello preso da un qualche film western, e quindi dovrei guardare con nonchalance qualcos'altro attorno a me, ma non riesco mai a ricordare come faccio, quando sto camminando e non sto guardando qualcosa in particolare, a comportarmi con questa naturalezza.
Ho provato a "cogliermi di sorpresa" mentre cammino, a tendermi degli agguati facendomi fare finta, all'improvviso, che quel perfetto sconosciuto che sta camminando nel verso opposto al mio e che quindi mi sta venendo incontro sia in realtà un amico che in teoria dovrei salutare una volta raggiunta la distanza xDAS.. Finora è stato un fiasco totale, non faccio in tempo a pensare la cosa che, puf!, ogni disinvoltura sparisce.
Che posa difficile da mantenere, aveva ragione Oscar.

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