lunedì 23 gennaio 2017

Le mani avanti

La strada, all'ora di pranzo, è sempre libera, e comunque non sono in ritardo, e so anche che non avrò problemi a parcheggiare e arriverò perfettamente puntuale. Ma allora da dove sale il nervosismo, la preoccupazione che qualcosa andrà storto? Mi rispondo dicendomi che il pessimista è uno che mette le mani avanti, attività per la quale peraltro ho sempre dimostrato una certa predisposizione, e alzo la musica, ma le mani, sempre loro, fredde e sudate, mi ricordano che c'è un tempo per tutto, e questo non è il tempo della razionalità: non devo raccontarmela, solo l'inconscio è innato, la consapevolezza arriva dopo, è come guardarsi da fuori, vedere il posto dove tutto troverebbe una soluzione ma non esserci dentro, guardare un acquario, non ci posso entrare, posso solo guardare, anche se l'acquario sono io.


2 commenti:

Narciso Grandioso e Confuso ha detto...

Mani, piedi, gambe, corpo e soprattutto testa...sempre...in avanti. Quanti pensieri e ansie risparmiate se si riuscisse a non buttare sempre tutto in avanti!

Ginger Dalloway ha detto...

Però "La mia paura è la mia essenza, e forse la parte migliore di me stesso". No, non è mia ;)