giovedì 10 marzo 2016

Tutto come se nulla fosse

Un giorno, ero al mare, conobbi un professore di matematica, un tizio stravagante, non era sposato ma girava con la fede al dito perché così vengo lasciato in pace. Avrei voluto, ridendo forte, ribattere qualcosa che sgonfiasse un po' un ego così ingombrante, ma alla fine pensai che chissenefrega, se non era di ingombro a lui, non avrei certo dovuto essere io l'addetta all'ego altrui.
Non ricordo con che concatenazione di argomenti, arrivò a dirmi che passare da un problema al suo duale può essere vantaggioso, ma può anche non esserlo. Se il problema di partenza appartiene allo spazio di Hilbert, il duale sarà ancora nello spazio di Hilbert, così non guadagno né perdo nulla. E poi mi parlò, mi pare di ricordare, di una costante di difficoltà, così la chiamò, data dal prodotto tra le difficoltà di un problema e del suo duale.
Ma non so come si faccia a quantificare la difficoltà di certi problemi, e allora non so se abbia senso guardare ai bicchieri mezzo pieni dalla parte dell'acqua, così tranquilla e soddisfatta perché saldamente contenuta.

2 commenti:

eddiemac ha detto...

se c'è una cosa che ho imparato, in matematica, è che se il problema di partenza appartiene allo spazio di hilbert, è meglio lasciarlo risolvere a hilbert.
hilbert tende a prendersela, se invadi il suo spazio

Ginger Dalloway ha detto...

basta non fargli perdere tempo