mercoledì 4 giugno 2014

Arrivo e scomparsa

Sentiva che era una serata in cui tutto sarebbe potuto succedere. Per lo meno fuori dal proprio appartamento sarebbero potute accadere le cose più straordinarie e impensabili, sì, straordinarie e impensabili. Dentro, invece, la probabilità che più di tutte rasentava l'unità era che lui rimanesse lì ad attendere l'arrivo, peraltro puntualissimo, quasi a voler togliere ulteriormente l'imprevedibilità all'intera situazione, l'arrivo dei soliti volti sfocati, ai quali avrebbe come sempre detto vi ho cercati ovunque, o ti ho cercato ovunque, ma dai quali si sarebbe come sempre sentito rispondere siamo venuti per scomparire, o sono venuto per scomparire.
Perché, per quanto si sforzasse di chiudere gli occhi e di rievocare i profili, i tratti, le espressioni che potevano aiutarlo a ricrearli in modo quasi tangibile, inevitabilmente col tempo quei volti diventavano via via sempre meno definiti, sempre più sfumati, e quello che gli rimaneva era il ricordo delle situazioni, dei dialoghi, dei gesti, ma lui li desiderava così tanto!, vederli, averli con sé, e non solo per l'istante che ne precedeva la scomparsa.

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