lunedì 24 giugno 2013

Destini poco ordinari

Quando capitava uno di quei giorni in cui si svegliava di buon umore, glielo si leggeva in faccia. Silvia quella mattina si era svegliata di buon umore. Quale ne fosse il motivo, questo in verità lo ignorava, ma non si impegnava di certo nel tentare di scoprirlo, si prendeva come veniva, cercando di non farsi influenzare troppo dal mondo, di fronte al quale aveva deciso di erigere una rassicurante barriera di fumo.
Quello stesso buon umore che l'aveva accompagnata già dal momento di scendere dal letto l'aveva poi seguita nel prepararsi la colazione, nello scegliere che abito infilarsi, cosa che in altri giorni riteneva del tutto irrilevante, visto che di lì a poco avrebbe indossato un'anonima divisa, e poi ancora aveva continuato a tenerle compagnia nel tragitto verso il lavoro e nel fermarsi dal tabaccaio per le sigarette.
Silvia è una commessa in un grande ipermercato. Come prima cosa quella mattina, come del resto in molte altre, si sarebbe diretta al banco frigo a fare una cernita tra le confezioni più o meno vicine alla data di scadenza. La grande catena presso cui lavorava si faceva vanto di eliminare i prodotti ben prima che potessero essere considerati scaduti. Personalmente la considerava una cosa sciocca, ma non voleva pensarci troppo. Il velo di fumo che aveva deciso di porre tra sé e il mondo la separava diligentemente anche da questo problema, ammesso che di problema si trattasse.

Così eccola lì, che toglie e sposta barattoli, brick, bottiglie e scatolette. Fino a che, mentre crede di stare pensando a quale libro passare a pendere in biblioteca di lì a qualche ora, si accorge che il barattolo di yogurt che sta eliminando scade il giorno del compleanno di sua madre. La prende un brevissimo stupore preoccupato, non si era resa conto che mancasse così poco, tant'è che non aveva ancora nemmeno lontanamente cominciato a pensare a cosa regalarle. Eppure... Eppure no, non diciamo sciocchezze, al compleanno di sua madre mancano ancora parecchi giorni! E allora perché sta buttando via questo barattolo, se la scadenza effettiva è così in là? Perché deve, tutto qui. Ordini dall'alto, regole comuni, decisioni da conoscere ed eseguire.
Il compleanno di sua madre. Lo yogurt. Scadrà. Sua madre.
Sua madre è la persona che le ha insegnato che fino a che il tappo non si gonfia, lo yogurt è ancora buono, non si butta. Quindi non si potrebbe, ma se lo infila in tasca. Uno solo, ovviamente, non ha spazio per tutti, ma in fondo non le interessa mica portarsi via tutto ciò che sta scioccamente buttando via, non vuole essere paladina di nulla, non lo è né è destinata a esserlo. Solo uno.
Se lo infila in tasca. Se lo porta a casa. E lì lo tiene. E ogni giorno lo guarda, vede il tappo gonfiarsi impercettibilmente di mattina in mattina, o almeno crede di riuscire ad accorgersi delle infinitesime differenze, ogni giorno pensando al compleanno di sua madre, ai consigli di lei, ai batteri che stanno morendo dentro a quel ridicolo vasetto che chissà quanti chilometri e quante mani avrà conosciuto prima di arrivare nel frigorifero di lei, dove non sta compiendo quello che avrebbe dovuto essere il suo destino, ciò per cui era predestinato. Forse.
Forse in realtà non avrebbe mai voluto venire aperto da mani distratte, leccato nel coperchio da lingue ruvide e appiccicose, ferito da cucchiaini freddi e indifferenti, impastato da frullatori impazziti, aggredito da succhi gastrici impietosi. Forse il suo destino era proprio quello di scadere così, senza scopo, nel frigorifero di lei.
Silvia lo tiene con sé, e pensa a tutte queste cose.

Poi un giorno lo butterà.
(Aveva cominciato a puzzare).

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