mercoledì 15 maggio 2013

Porte scorrevoli

Si sentiva così imperdonabilmente responsabile per quello che gli era successo, e come se non bastasse era convinta che anche lui la ritenesse in qualche imponderabile modo colpevole dell'evento. Se non fosse stata lei a insistere per quel caffè al bar (Veloce, lo so che hai fretta e il viaggio è lungo, ma almeno ci salutiamo con calma, e il bar è di strada verso il parcheggio, due minuti, per favore), lui sarebbe senz'altro partito prima, un po' prima, un intervallo di tempo forse irrilevante dentro una vita intera, ma fondamentale per non fare in modo che poi lui si venisse a trovare in quel punto dell'autostrada in quel preciso momento in cui una station wagon grigia decideva di sbandare e andargli addosso, facendolo finire malamente contro il guard rail. Nell'impatto si era rotto tibia e perone sinistri, aveva sfasciato un'auto non ancora completamente pagata e non era riuscito a raggiungere l'aeroporto per quel viaggio che avrebbe dovuto intraprendere e che aveva prenotato dopo tante riflessioni fatte assieme.
Sapevano, entrambi, che senza quel caffè lui sarebbe partito certamente prima, e non avrebbe mai incontrato la station wagon grigia.
Ciò che purtroppo non sapevano era che lui, senza quel caffè, si sarebbe trovato a sorpassare un furgone insolitamente lento, ma che durante quel sorpasso si sarebbe accorto che una vespa (sfecsofobia, gli aveva detto il medico?) stava tranquillamente camminando sulla sua cravatta mezzo slacciata. Non sapevano, purtroppo, che avrebbe avuto la solita patologica reazione che aveva sempre avuto in presenza di quegli insetti, non sapevano che avrebbe convulsamente slacciato definitivamente la cravatta per gettarla il più lontano possibile, e che nel far questo avrebbe tolto entrambe le mani dal volante e gli occhi dalla strada. Non sapevano che nell'universo sghembo dove loro due non avevano preso il caffè assieme lui sarebbe morto per un incidente stradale ben più grave di quello avvenuto a causa della station wagon grigia.
Non lo sapevano e non l'avrebbero mai saputo. E lei si sarebbe tenuta i propri immotivati sensi di colpa.

Nessun commento: