lunedì 28 dicembre 2020

Il virus, l'Esimio e io - Christmas Edition

Attualmente siamo che covy e io festeggiamo i 35 giorni assieme (forse, nel frattempo potrei essermi negativizzata, ultimo tampone effettuato in data 18/12. Tutto il resto è un felino chiuso in una scatola con una fiala di cianuro e altra paccottiglia per fisici gattofobi). Siamo quindi che, da disposizioni, mi muovo serenamente, con le usuali precauzioni e distanze; ciononostante per tornare al lavoro preferisco avere un tampone negativo. Diciamo che in generale preferirei avere un tampone negativo, ma per ora il generale lo gestisco lo stesso, sarà che è dietro la collina.

E insomma, dato che le code al punto tamponi si sono fatte di volta in volta più impegnative, dato che il punto tamponi prevede due corsie (i.e., Non Prenotati, come ho sempre fatto finora, e Prenotati), e dato che il solerte milite che presidia l’ingresso e ritira le impegnative mi ha detto che la prenotazione è a carico del Medico di Medicina Generale (aka l’Esimio), mi sono riproposta di chiedergli un’impegnativa con prenotazione. Al milite? No, purtroppo all’Esimio.

Mi si potrebbe domandare in tono magari anche polemico: Ma ti fidi del solerte milite? La ringrazio della domanda, che mi indurrebbe ad aprire un contest dal titolo Trova qualcuno che ti risponda a una domanda sull’argomento in esame. Dove qualcuno può essere persona fisica, numero di telefono, oracolo, intelligenza artificiale, gatto.

Comunque, i dati in nostro possesso finora sono che al centro tamponi si recano, con impegnativa, sia persone prenotate sia persone non prenotate. Le prime sanno qualcosa che noi non sappiamo. Perché non chiedere a una di loro? Eh, non ci sono mai riuscita. Sfuggono come saponette, rapide in virtù della prenotazione.

Insomma, chiamo il ben noto numero della segreteria dell’Esimio. Dopo i soliti 2 di picche perché la linea è troppo occupata, riprovi più tardi, trovo una breccia ed entro nel girone di Coloro Che Sono In Attesa. E quindi attendo, attendo fino a che una segretaria (stavolta inspiegabilmente gentile e disponibile) risponde.

Io: Buongiorno, sono etc etc, volevo richiedere un’impegnativa per un tampone che attesti l’avvenuta negativizzazione, volevo capire se è possibile prenotare giorno e orario in cui farlo.
Segretaria: Mmmm… No, noi possiamo fare l’impegnativa, ma non la prenotazione.
I: Lo supponevo. L’informazione mi è stata data al centro tamponi. Lei ha idea di come si prenoti?
S: Lasciamo stare quelli del centro tamponi. Sa come ho scoperto che fino al 31 lavorano secondo gli orari consueti? (No, ammetto che non lo sapevo, ma la mia risposta non era contemplata). L’ho scoperto perché me lo sono cercata io e l’ho detto ai miei colleghi, non certo perché loro ci abbiano avvisati!
I: Capisco, sul discorso delle informazioni da mettere insieme mi creda che sono un pochino in difficoltà pure io. E infatti sono qui che mi chiedo come sia possibile effettuare una prenotazione, dato che il centro tamponi non ha un numero di telefono, loro mi rimandano a lei, che…
S: Aspetti un attimo che chiedo conferma.

(…)

S: No, le confermo che la prenotazione funziona così. Il medico segnala all’USCA la presenza di una persona sintomatica e tramite l’USCA si prenota.
I: Ah, bene, io però non ho sintomi.
S: AH! Ma è venuta a contatto con qualcuno?
I: No, no, io ho già fatto tutto l’iter, sono al 35esimo giorno, vorrei semplicemente avere una prova di negativizzazione per tornare al lavoro.
S: Ah no! Questo no! Siccome lei è uscita dal periodo di copertura, per noi lei adesso è a posto. Se ne vuole fare un altro lo deve pagare lei o glielo deve pagare il datore di lavoro.
I: Ottimo. Però le chiedo una cosa: chi mi dice che sono a posto? In teoria non dovrei avere sintomi. Nessuno mi ha mai detto se ne ho ancora. Io gli odori non li sento, e a quanto so dovrebbe essere il…
S: Non sente gli odori? Ma allora ha sintomi!
I: …però anosmia, ageusia e astenia non mi risulta siano da considerarsi sintomi.
S: Ne è sicura?
I: (Ma santo cielo, ma perché le cose vanno a rovescio?) …sì... Però gli operatori del centro tamponi mi spiegavano che in caso di positività prolungata è il medico di medicina generale che, forte della conoscenza del decorso del proprio paziente, riconosce quando i sintomi sono da considerarsi esauriti (ovviamente nel dire questa frase stavo provando molte e molto forti emozioni).
S: Quindi lei vorrebbe un documento del medico che attesti… Ma servirebbe anche la scansione di tutti i suoi tamponi?
I: Scusi? (Lo ammetto, riescono ancora a prendermi in contropiede. Ho tanto da imparare…)
S: Niente, facciamo così, la faccio richiamare dal medico appena finisce le visite.

E quindi sono ritornata giù nel girone di Coloro Che Sono In Attesa. Confesso che mi sarei aspettata una esauriente missiva, il cui oggetto avrebbe potuto essere un sibillino NO.

Invece il telefono squillò. Era l’Esimio? Giammai! Era la segretaria di prima, a dirmi che il documento vagheggiato, ciccia.

S: A questo punto è un braccio di ferro tra il medico e il datore di lavoro, capisce.

Mah, io capisco che l’espressione braccio di ferro, quando si parla del mio medico, mi sembra un tantino esagerata.
Capisco anche io che non si possano chiedere al SSN decine di tamponi, soprattutto se è il SSN stesso a dirmi: “Mia cara, ti sei fatta x giorni? Sei senza sintomi da y giorni? E allora va’ e se proprio non puoi farne a meno, fatti un tampone-party per conto tuo”.

La costante che mi lascia perplessa è l’inconsistenza dell’Esimio, con il quale non ho mai interagito direttamente in 35 giorni. Pertanto comincio a dubitare che sia una persona fisica, preferendo supporre che sia, alternativamente, un generatore casuale di mail, un oracolo guasto, un prototipo di intelligenza artificiale mal riuscito.
Un gatto.


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