giovedì 7 luglio 2016

Il pilota automatico si è distratto

Quell'abituale mettere le chiavi di casa nella tasca destra della giacca è diventato, negli anni, appannaggio del mio pilota automatico, ma lui e io conduciamo vite separate, per cui raramente mi avvisa di aver svolto il proprio compito. Così sono parecchie le mattine in cui mi ritrovo sul pianerottolo a chiedermi oddio oddio oddio le chiavi, le ho in tasca o le ho lascia...?
Finora le ho sempre trovate, lì nella loro tasca, tutti i giorni. Così come, tutti i giorni, metto lo zucchero nel caffè senza pensarci, per poi chiedermi se sia successo davvero e se non stia per bere qualcosa di amarissimo.
Ci sono due azioni che non appartengono più, però, al tutti i giorni, ma che lo sono state per tanto tempo. Così tanto che, per distrazione o per stanchezza, capita che si insinuino ancora nel mio pilota automatico.
Una mi è successa proprio oggi, quando ho portato le mani al viso per togliermi quegli occhiali da vista che non porto più da anni. È come fare un passo pensando di avere uno scalino davanti, ma lo scalino non c'è, e il piede e la gamba e l'equilibrio per un attimo annaspano, così come le dita si sentono per un attimo smarrite nello stringersi attorno a degli occhiali che non ci sono.
L'altra è quando cerco il telefono per chiamarti.

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