Ogni tanto, forse condizionata dal ricordo di quando le memorie di pc, telefonini, hd esterni eccetera erano risicate, mi prende il raptus della pulizia, e mi metto a cancellare anche cose ridicole, quantitativamente (in termini di occupazione di spazio) piccole, ma in fondo il mare è fatto di tante piccole gocce, e Venezia è bella, ma non so se ci vivrei. Errore, errore gravissimo. Non tanto quello di non sapere se vivere a Venezia potrebbe essere nelle mie corde, quanto piuttosto quello di gettare cose tipo brevi mail o sms.
Il mio motto, da oggi in poi, sarà conservare, trattenere, archiviare tutto, creare spazi su spazi di informazioni inutili e noiose, costipare il telefono con messaggi insignificanti ricevuti da persone semisconosciute, la casella di posta con email scialbe mandatemi di rimbalzo per conoscenza. Al contempo ridurre al minimo e allo strettissimamente indispensabile le conversazioni vocali, con o senza interposto telefono. Perché esiste una categoria di persone, i coloro che negheranno fino alla morte anche l'evidenza più schiacciante, che per l'appunto negheranno fino alla morte anche l'evidenza più schiacciante, a meno che questa evidenza non sia un "...veramente me l'avevi scritto tu, vedi?" (segue dimostrazione dell'inconfutabile prova vergata su carta o qualsiasi strumento digitale).
Va detto che a questo punto l'entità negante potrà giocarsi l'ultima carta della disperazione, qualcosa che assomiglierà a un Ma tu non hai capito, io in realtà volevo dire che... In questo caso forse è lecito verificare se davvero il coriaceo interlocutore sia disposto ad arrivare fino alla morte, di negazione in negazione.
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