giovedì 14 marzo 2013

Eppur stava ferma

Ogni tanto, forse condizionata dal ricordo di quando le memorie di pc, telefonini, hd esterni eccetera erano risicate, mi prende il raptus della pulizia, e mi metto a cancellare anche cose ridicole, quantitativamente (in termini di occupazione di spazio) piccole, ma in fondo il mare è fatto di tante piccole gocce, e Venezia è bella, ma non so se ci vivrei. Errore, errore gravissimo. Non tanto quello di non sapere se vivere a Venezia potrebbe essere nelle mie corde, quanto piuttosto quello di gettare cose tipo brevi mail o sms.
Il mio motto, da oggi in poi, sarà conservare, trattenere, archiviare tutto, creare spazi su spazi di informazioni inutili e noiose, costipare il telefono con messaggi insignificanti ricevuti da persone semisconosciute, la casella di posta con email scialbe mandatemi di rimbalzo per conoscenza. Al contempo ridurre al minimo e allo strettissimamente indispensabile le conversazioni vocali, con o senza interposto telefono. Perché esiste una categoria di persone, i coloro che negheranno fino alla morte anche l'evidenza più schiacciante, che per l'appunto negheranno fino alla morte anche l'evidenza più schiacciante, a meno che questa evidenza non sia un "...veramente me l'avevi scritto tu, vedi?" (segue dimostrazione dell'inconfutabile prova vergata su carta o qualsiasi strumento digitale).
Va detto che a questo punto l'entità negante potrà giocarsi l'ultima carta della disperazione, qualcosa che assomiglierà a un Ma tu non hai capito, io in realtà volevo dire che... In questo caso forse è lecito verificare se davvero il coriaceo interlocutore sia disposto ad arrivare fino alla morte, di negazione in negazione.

Nessun commento: