mercoledì 8 marzo 2017

Grigi come la strada

Le stazioni, le sale d'attesa, i tavolini all'aperto dei bar.
Purché si possa vederle, le persone, vederle muoversi, interagire, gesticolare parlandosi, oppure stare da sole, ingegnarsi nell'ingannare il tempo, forti di armi elettroniche caricate con munizioni inesauribili.
Stamattina c'era quell'uomo, un attimo per intercettarne gli occhi di un grigio incredibile, sembrava ardesia, e non guardava nulla, o meglio, sembrava non stare guardando nulla, perso in pensieri che teneva sotto controllo continuando a tormentare il cappello, rigirandoselo tra le mani, e aveva qualcosa nel volto, ma non era ansia nell'attesa di essere chiamato dalla voce metallica che avrebbe scandito il suo numero, era un senso di sospensione, una quiete forse esito o forse prodromo di una tempesta.
Ma era quiete.
E lui, sommessamente, ne sorrideva.


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