mercoledì 8 febbraio 2017

Piccole ore

Ciascun giorno sa essere dissimile da tutti gli altri.
Le notti, invece, se la mente si rifiuta di cedere il passo al sonno, lasciando che una boccata d'aria fresca tranquillizzi i pensieri, le notti diventano uno stesso copione ripetuto, in cui si impara ad avvertire ogni istante, a essere soli ad esistere, a decidere di consegnarsi al destino.

Le più silenziose, tra le ore notturne, sono quelle tra le due e le quattro.
Poi cominciano i primi rumori, le macchine per la pulizia delle strade e dei marciapiedi, si muovono talmente solitarie che si possono sentire quando sono ancora lontane, e un po' alla volta il rumore cresce, cresce, si avvicina, cresce, pare di vederlo, cresce, è qualcosa di inevitabile, e schiacciante, ma proprio quando sembra di non poterne più, solo allora si allontana, inoffensivo.
E un po' alla volta si aggiungono alla sinfonia gli addetti alla raccolta differenziata. E le prime auto. Verso le sei, rumori di persiane alzate, ma per cosa poi?, tanto fuori è ancora buio pesto.

Scrivo silenzi.


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