lunedì 19 dicembre 2016

Profumo di dubbio

Avete mai assistito a una scena di qualcuno che voglia regalare un profumo a una persona della quale non conosca i gusti in termini di, per l'appunto, profumi? Non so come possa passare per la testa, ma succede. Tipicamente la persona in questione si farà guidare dai propri gusti, cosa del tutto priva di senso, dato che il destinatario del regalo potrebbe avere inclinazioni completamente diverse ma... Ma mi rendo conto che il passaggio che va dal piace a me all'è buono sia un sentiero tentatore pericolosamente in discesa.
Dovrebbero essere avvantaggiati in tutto ciò coloro i quali si rechino in due (A e B) a compiere un'azione di questo tipo. Sì perché in questi casi si comincia col primo tester spruzzato sulla prima striscia di prova che viene passata al Soggetto A. Segue scena tipica.

A, pensieroso: "Sì... Sì, mi piace. Tu che dici?", passando il tester a B.
B, ritraendosi schifato: "Mio dio, non lo metterei al cane!"

E qui, fossimo in un film, bisognerebbe giocare con le musiche e le luci, perché questo dovrebbe essere il momento dell'epifania, il momento in cui sia A sia B si rendono conto che non ha senso usare i propri gusti per scegliere un profumo per un'altra persona, dato che la variabilità interindividuale è vastissima, imprevedibile, incolmabile.
Ma non siamo in un film, niente luci, niente musiche. E niente presa di coscienza. I due continueranno imperterriti, mezzo litigando mezzo stupendosi dei gusti reciproci, e finendo col prendere qualcosa che convince poco entrambi, ma che almeno non fa schifo a nessuno dei due. Ma chi sarebbe pronto a scommettere che una reazione disgustata non verrà proprio al destinatario del regalo? Perché a nessuno dei due passa per la testa? Perché non allargare il ciò che piace a me non sempre piace a lui al ciò che piace a noi non necessariamente piacerà a lei?

Ho assistito anche a scene in cui gli amici coinvolti nella scelta erano in tre: qui le combinazioni diventano 2^3 se, semplificando, ammettiamo che le decisioni di ciascuno siano binarie (mi piace / non mi piace), quindi escludendo tutti i ripensamenti e le sfumature di insicurezza intermedia. Inverosimile.
Sono situazioni che possono trascinarsi per delle mezz'ore.

Non so se si sia mai verificata l'eventualità di quattro persone che cerchino di convergere sulla scelta di un profumo. Ma credo che nell'universo in cui ciò sia accaduto, il fluire degli eventi si sia incagliato in un loop senza uscita.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

A volte però è necessario prendere decisioni anche per gli altri. Non imporre il proprio gusto o la propria idea ma decidere di esporsi.

Ginger Dalloway ha detto...

Consapevoli del salto nel buio, certo.

Anonimo ha detto...

A volte anche inconsapevolmente. Forse è pure meglio. La certezza non aiuta anzi ti rende solo. Tu e lei.

Ginger Dalloway ha detto...

Tu e la certezza o tu e l'incertezza. Non si è propriamente da soli ;)

Anonimo ha detto...

Lo si è impropriamente. Se sei in una stanza con la certezza di essere solo lo sei oppure no?

Ginger Dalloway ha detto...

Oh, i paradossi sono così ingestibili...!

Anonimo ha detto...

E' vero. Cmq hai scritto una cosa molto bella. Aprirebbe una discussione meritevole di grande interesse.

Ginger Dalloway ha detto...

I condizionali evitano i salti nel buio :)

Anonimo ha detto...

No non è così. Ognuno di noi evita ciò che decide di evitare. Al di là del verbo

Ginger Dalloway ha detto...

Allora io eviterò di regalare profumi, imponendo i miei gusti :)