"Devi convenire, mia cara", mi apostrofa George, il libro ancora tra le mani, "che sbagliare è umano, e perdonare è divino. E io sono così dolorosamente umano, così completamente privo di qualità divine. Così disposto a convincermi che è davvero com'è scritto qui, le parole non sono come i cani, non basta un fischio a richiamarle.
Le parole, e i gesti, non sono come i cani".
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