domenica 7 febbraio 2016

Il peso(forma)

Passo a trovare i miei, e mentre sono in cucina che con mia mamma chiacchiero del più e del meno (ma anche di altre cose, in realtà) comincio a sfogliare distrattamente una rivista abbandonata sul tavolo. Niente di particolarmente interessante, continuo a girar pagine con scarsa convinzione fino a che non mi imbatto in un'intervista a Valeria Marini. Confesso che non l'ho letta, e questo per due motivi: (1) era decisamente troppo lunga, trovo inammissibile che una persona abbia così tante cose da dire; (2) c'era, riassunta in un breve trafiletto che ha monopolizzato la mia attenzione, la scheda tecnica della suddetta Valeria. Scheda tecnica evidentemente incompleta, dato che non riportava il numero di atmosfere da raggiungere per mantenere in forma quelle due cose tra il naso e il mento, ma vabbè. Si specificava invece l'altezza (un metro e ottanta) e il peso (cinquanta chili) e il... Aspetta. Stop. Rewind. Focus sui numeri. 1,80 m. 50 Kg. Risata. Incredulità. Risata.
La cosa finisce lì, riprendo a chiacchierare con mia mamma e ciao Valeria.
La cosa non finisce lì. Qualche giorno dopo il discorso si ripropone con Lamarta, che mi fa notare che "...guarda che non dicevano peso, ma pesoforma". Lamarta ha fatto il classico, quindi non solo si ricorda in scioltezza otto Muse su nove mentre io arranco a sette, ma nota anche questi dettagli linguistici e semantici. Io guardo i numeri e mi frego.
Però oggi, nel fare insieme un cruciverba, alla definizione Si tiene sotto l'ascella entrambe, lungi dal pensare al termometro, cercavamo stupidamente di incastrare baguette.
L'episodio mi ha rincuorata. Ora, evidentemente, non mi resta che riuscire a ricordare Melpomene ed Euterpe.

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