giovedì 19 novembre 2015

Ti faccio un esempio

Mi assicurò che si trattava solo una storia, ma era pur vero che egli stesso era una di quelle persone che hanno un assiduo bisogno di storie. Ed era la storia di una persona, mi disse, che avrebbe potuto essere un vecchio, una ragazza, un uomo, l'autore aveva deciso di rimanere vago a tal riguardo. Era una persona che, mi raccontò, con scarsa fantasia e ancor più scarsa originalità viveva circondata da altre persone. Quindi questa persona, proprio questa, come si sarebbe potuto distinguerla, non poteva forse venire confusa con le tante altre? No, si affrettò a spiegarmi, così non era, perché a quella persona, a quel vecchio o ragazza o uomo che fosse, mancava una cosa che tutti coloro che le stavano intorno invece avevano.
Ti faccio un esempio, mi disse, Così decise, e mi raccontò che il protagonista trascorreva i propri giorni con amici laureati, colleghi laureati, parenti laureati. Tutti laureati, tutti. O quasi. Egli no, non lo era. Ma sapeva che tutti ne erano a conoscenza, non ne aveva d'altronde mai fatto mistero con alcuno. E mi disse che il protagonista non poteva fare a meno di continuare a chiedersi cosa potessero pensare, gli altri, tutti gli altri, del suo essere vecchio, o ragazza, o uomo, senza quel titolo che gli altri, tutti gli altri, possedevano.
Mi assicurò che si trattava solo di una storia.

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