Premessa 2. Leggevo, anni fa, Queste oscure materie. Nella storia, ciascun personaggio ha un daimon, un animale che ne rappresenta fisicamente l'anima. La cosa singolare non era tanto che nessuno potesse toccare il daimon di un'altra persona, quanto piuttosto che a nessuno sarebbe mai venuto in mente di farlo. Il daimon di un altro non si tocca, fine.
Ovviamente si trattava di un racconto di fantasia, è ovvio che nel quotidiano e nel reale non esistono divieti che vengano vissuti in modo tale, come un imperativo categorico universalmente condiviso.
Premessa 3. Quand'ero al liceo, LaMarta e io abbiamo condiviso per un certo periodo la stessa casella di posta elettronica. Non mi sarebbe mai passato per la testa di leggere le sue mail.
Vivo in non tempi perché per me la posta o il cellulare altrui è come un daimon. Non si tocca, non si legge, non si apre. Fine. Vivo in non tempi perché inconsciamente perso che anche per gli altri la questione vada letta in questi termini.
Il che, ovviamente, è un errore. Non di saggezza, ma di ingenuità.
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