martedì 4 agosto 2015

Sorridevi, e non guardavi

Nell'andarmene a fare due passi, stasera, ho assistito a una di quelle situazioni semplici, di quelle che mi fanno sorridere in modo tranquillo, qualsiasi siano i pensieri che mi stanno tenendo discreta compagnia: un papà stava insegnando al proprio figlio ad andare in bicicletta.
È come se un cerino si avvicinasse a un cumulo di paglia secca, per qualche istante non c'è altro che il fuocherello emotivo del ricordo delle sere estive in cui una parte di me sperava che la mano che mi aiutava a tenermi in equilibrio non la smettesse di sorreggermi mentre cominciavo, incerta, a pedalare.
Scalda e brucia rapido, e lascia tiepide braci che sembrano suggerirmi di attingere con parsimonia a certi ricordi, come se ogni volta che li lascio riaffiorare diventassero via via più labili, evanescenti.

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