mercoledì 10 giugno 2015

La sveglia del destino dei vecchi

C'è un proverbio africano, ma per quel che ne so potrebbe anche essere una frase detta dal solito anonimo, o anche da un altro anonimo, non proprio il solito, o anche da qualcuno di illustre e famoso e degno di essere assurto nella cerchia degli uomini, insomma c'è questo proverbio africano che dice che una persona può alzarsi anche prima dell'alba, ma il suo destino si sarà comunque alzato un'ora prima. Ammettendo che sia vero, si possono trarre diverse conclusioni: per esempio mi vien da pensare che allora tanto vale stare a letto un altro pochino, oppure che non mi piacerebbe certo essere il destino, soprattutto non mi piacerebbe essere il destino di coloro che si alzano molto presto la mattina, tipo i pendolari che debbano fare molta strada, i panettieri, i turnisti... i vecchi. Sì, i politicamentenoncorrettamente vecchi.
Nella via dove abito c'è, a pochi metri dal mio condominio, un poliambulatorio che apre alle sette e mezza di mattina. Per andare al lavoro in genere esco più tardi, ma da qualche settimana a questa parte ho preso l'abitudine di farmi una corsetta mattutina, a causa della quale passo davanti al poliambulatorio in questione poco dopo le sei e mezza. E ogni giorno, puntuale come il tristo mietitore, una decina di vecchi è già in postazione davanti alla porta d'ingresso (evidentemente ancora chiusa), pronta ad accaparrarsi i primi numeretti del famigerato eliminacode a chiocciola.
Così ogni mattina passo di lì, grondante in canotta, li vedo con i loro golfini blu abbottonatissimi, e mi chiedo quanti caffè si sarà già bevuto, il loro destino.

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