martedì 26 maggio 2015

Il mio amico George (18)

"In fondo, mi confida George, non ha più senso parlarne adesso. Era il classico tipo di persona, sai no?, di quelle che, solo con un'occhiata, sembrano volerti chiedere E oggi? Dico, cos'hai fatto, oggi, per giustificare la tua esistenza? Quelle persone sempre sul punto apparente di dare un giudizio severo, con un'espressione sul viso simile a un lievissimo fastidio, come potrebbe esserlo il fastidio di una divinità stanca, che spera il meglio dall'umanità, sapendo già in anticipo però quanto può aspettarsi, senza poter sperare di ottenere qualcosa in più.
Si sarebbe sentito perso, senza la sua solitudine. Credo che si sarebbe sentito solo. E quelli che da fuori sembravano pensieri così complessi, beh, mia cara, erano solo semplici debolezze, fragilità cristalline.
Ma non credo abbia senso parlarne, adesso".

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