venerdì 15 maggio 2015

Il bodyguard parzialmente illuminato

Uno degli episodi in cui avvertii forte fortissimo lo scarto, la differenza tra ciò che mi aspettavo e ciò che invece stava succedendo, accadde una decina di anni fa: a causa del solito accidentale concatenarsi di circostanze, conobbi un tizio che, senza che potessi fare qualcosa per evitarlo, si mise a raccontarmi di quella che a suo dire era stata l'esperienza della vita di cui andare più fiero. E non si trattava di un più fiero in senso relativo, ma piuttosto di uno straordinariamente fiero in senso assoluto.
Magari l'interlocutore di turno è portato a immaginare salvataggi di vite umane, riconoscimenti non inferiori al Pulitzer, raddrizzamenti delle curvature dello spazio tempo, ingestioni di dieci kebab in un'unica sera... No, niente di tutto questo. Ciò che più di ogni altra cosa alimentava generosamente il di lui narcisismo era l'aver avuto l'occasione di fare parte della sicurezza durante una manifestazione a cui era stato invitato Berlusconi. "Facevo parte della sua sicurezza, capisci?, del suo gruppo di guardie del corpo!"
Già.
Sentivo cespugli secchi rotolare nel ventoso deserto che rappresentava da un lato il mio interesse per l'episodio, dall'altro il giudizio velatamente ingeneroso che stavo costruendo sulla persona che avevo di fronte.
Eppure ripenso a questo episodio con una certa regolarità. Più o meno annuale. Quello era un giorno di primavera, le giornate si stavano facendo via via più luminose, dando l'impressione di stare allungandosi. Dovrebbe essere una cosa che mette allegria, voglia di fare, insomma, che instilla positività. E invece, senza che riuscissi a spiegarmene il motivo, l'ho sempre vissuta come una medaglia a due facce, dove il retro era rappresentato da un'ingiustificabile malinconia.
Senza particolari preamboli, il tizio con cui stavo parlando cambiò discorso e se ne uscì con un inaspettato: "Che belle le giornate più lunghe, vero? Però mi fanno anche stare un po' male, come se ci fosse troppa luce, troppo giorno. Come se non riuscissi a vivere tutte le ore che ci sono a disposizione".
Come se non si riuscisse a vivere abbastanza.
Così, dopo anni, continuo a pensare che anche coloro che a prima vista mi sembrano degli orologi fermi, due volte al giorno sanno segnare l'ora giusta.

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