lunedì 6 aprile 2015

Il mio amico George (13)

Ore 2.07 di notte, il sogno di una finestra che mi si frantuma davanti al viso, con annesso rumore di schianto, mi fa svegliare di colpo. Mi giro verso il comodino e dopo una decina di secondi il telefono comincia a squillare. Non poteva essere che lui.
Appoggiandomi malamente col gomito sul cuscino, la bocca ancora impastata di sonno e di pezzi di vetro, biascico un Pronto poco convinto, dal momento che tutto mi sentivo, fuorché pronta.
"Mia cara, hai una voce terribile considerato che ormai non stavi più dormendo".
George, il mio funambolo del pensieri, non si fa scrupolo alcuno a chiamarmi a qualsiasi ora, e in fondo sa di agire nel modo migliore.
"Stavo dormendo tutto sommato bene, considerati gli standard degli ultimi tempi, tu mi capisci no?, quando di colpo mi è partito un crampo al polpaccio talmente forte da svegliarmi. Dio, se odio svegliarmi così, con i sogni mezzi aperti, i pensieri in una matassa informe, gli uni che si uniscono agli altri in un accerchiamento come..."
...come l'assedio di Londra...
"...come l'assedio di Londra, se capisci cosa intendo. E così, nell'obnubilamento del risveglio non ancora compiuto, ho pensato che questo, intendo il crampo, sia un modo del polpaccio per ricordarmi che esiste anche lui, laggiù in fondo. Carino, no?"
Sapevo che non poteva avermi davvero chiamata solo per questo.
"E come lo vedresti un crampo al cuore?"
Stavo per cominciare, dopo un eloquente sospiro, a rispolverare ricordi ammuffiti dell'esame di fisiologia, ma è stato George stesso a interrompermi.
"Ottimo!, sul pezzo anche in piena notte. Infatti, infatti... il cuore non può avere crampi. Quindi?"
Quindi?
"Su su, un facile sillogismo. Di validità logica e scientifica pari a zero, sia chiaro, ma sono le due di notte, chi ci può contraddire? Poniamo pertanto che il polpaccio, o meglio, i muscoli si inventino un crampo per farmi evitare di dimenticarmi che esistono. Bene. Come premessa minore aggiungiamo che il cuore non può dare crampi. Fatta. Penso di avere tutti i diritti di concludere che posso dimenticarmi dell'esistenza del cuore. Non sei d'accordo anche tu?"
Non sapevo rispondergli, così mi sono limitata a consigliargli del magnesio per il polpaccio.
E della birra per quell'altro.

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