martedì 28 aprile 2015

I am.

C'è un gioco inutile che faccio quando sono al mare, quando entro in acqua, quando un corpo immerso in un fluido riceve la sensazione di potersi dissolvere. È un gioco inutile, quello che faccio: tengo la testa sott'acqua il più a lungo possibile, fino a quando i polmoni cominciano a non capire, a farsi sentire, a pungere. Solo allora decido di risalire e ricomincio a respirare, ostinatamente, rabbiosamente, come se fosse il primo respiro di sempre, come se tutto ricominciasse.

Ci si aggrappa anche alla paglia, mi disse un giorno un inglese conosciuto per caso. Clutch at a straw.

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