martedì 6 gennaio 2015

Private (5.1)

Segue da qui

Alla fine si decise: non doveva certo rendere conto delle proprie scelte né a Sergio, il commesso, per sincero che fosse stato, né a chiunque altro. Si sfilò quindi quell'abito, non più con sveltezza trafelata, quasi fosse incandescente, ma adagio, attenta a non gualcirlo. Perché infatti avrebbe dovuto rischiare di rovinarlo, bello com'era? Prima abbassò, lentamente, la zip lungo la schiena. Sfilò il braccio destro dalla manica, quindi il sinistro. A ogni movimento le sembrava che l'aria diventasse meno rarefatta, come se i suoi polmoni... E, santo cielo!, proprio lei, abituata a imbastire con disinvoltura e candore le menzogne più adatte ai propri scopi, proprio lei si faceva problemi a inventarsi un motivo per non comprare quel vestito? Quante scuse avrebbe saputo inventare? Per esempio, ne avrebbe avuto uno simile. Oppure le avrebbe ricordato un abito della sua insegnante al conservatorio. Oppure semplicemente non se lo sarebbe sentita confortevole. Oppure... Oppure...
Aprì la porta del camerino nell'istante in cui sentì Sergio salutare per nome suo marito. Quel ragazzo aveva una formidabile capacità di ricordare volti e persone: era indubbio che lei fosse una cliente più che abituale di quella boutique, ma per quanto si sforzasse di ricordare, non le sembrava che suo marito l'avesse mai accompagnata a scegliere qualcosa, se non per il compleanno di lei di due, forse tre anni prima.
"Non quello che hai in mano, vero?", si limitò a chiederle suo marito, appena la vide.
Non solo la domanda era una di quelle per le quali la risposta dovrebbe essere estremamente facile, ma in più le stava offrendo un insperato aiuto per liberarsi da una situazione in cui non avrebbe voluto trovarsi. Eppure non una parola le uscì di bocca, come se l'aria fosse diventata, di nuovo, terribilmente rarefatta. Come se qualcuno avesse inondato il negozio, e lei adesso si trovasse con l'acqua alla gola e con delle cavigliere di cemento. Non capiva perché lui fosse lì, non poteva... Sì, poteva saperlo, d'altronde nel salutarlo, meno di un'ora prima, gli aveva detto dove sarebbe andata, ma non pensava che...
"Non quello che hai in mano, vero?", ripeté suo marito. Questa volta la voce, prima quasi spietata nel tono distaccato, tradì una vibrazione di tenerezza.
"Ti soffocherebbe. Non ne sto mettendo in dubbio la raffinatezza e l'eleganza", aggiunse, stavolta rivolgendosi direttamente a Sergio, come a evitare sul nascere qualsiasi tipo di obiezione, "ma... Mettilo giù, te ne prego. Non saresti tu".
E di colpo tutta l'acqua sparì, come se lei stesse riaffiorando.


Fu LaPeggiore a consigliarmi di allontanarmi,
dall'isola,
per vedere quanto non fosse che un'isola.

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